La storia del giornalismo è davvero un susseguirsi di cambiamenti e adattamenti, influenzati non solo dalle tecnologie emergenti ma anche dalle dinamiche sociali e culturali del momento.
L’evoluzione del giornalismo è strettamente legata all’evoluzione della società stessa: le rivoluzioni tecnologiche, come l’invenzione della stampa, l’avvento della radio, della televisione e infine di Internet, hanno trasformato radicalmente il modo in cui le notizie vengono raccolte, elaborate e diffuse.
Inoltre, il ruolo del giornalista non è mai stato statico; è sempre stato necessario adattarsi ai cambiamenti tecnologici, ma anche comprendere e rispondere alle esigenze del pubblico, che a loro volta sono influenzate da fattori sociali, politici ed economici.
Il giornalismo è fondamentale per una società democratica, poiché fornisce informazioni cruciali per il dibattito pubblico e il controllo del potere. In questo contesto, l’aggiornamento costante e l’adattamento alle nuove sfide sono essenziali per mantenere l’integrità e la rilevanza del giornalismo nel panorama mediatico contemporaneo.
Dalle radici alla carta stampata
Le radici del giornalismo italiano affondano nel lontano 1600, secolo in cui gli avvisi e i fogli contenenti notizie manoscritte vengono sostituiti da “gazzette a stampa” di solito settimanali. Le prime città dove il bollettino settimanale diventa un’usanza vera e propria sono Firenze nel 1636 e Genova nel 1639. Le prime gazzette sono composte da poche pagine, di solito dalle due alle quattro.
Nel corso degli anni nascono altre gazzette, di solito finanziate dai governi locali e soggette ai primi fenomeni di censura, sia statale che ecclesiastica. La rivoluzione francese rappresenta un punto di svolta nella storia della stampa, poiché la Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789 dà un importante impulso al movimento giornalistico. Le restrizioni sulla stampa diminuiscono notevolmente e nel periodo giacobino nascono nuovi giornali, di cui quattro a Milano, venti a Genova e una decina tra Napoli, Roma e Venezia. Nasce una forma primordiale di giornalismo politico, fondata sulla libertà di stampa e sul movimento patriottico neonato.
Successivamente, l’introduzione della macchina a fabbricazione continua di carta permette la crescita del numero di pagine e delle tirature. Gran parte del diciannovesimo secolo è caratterizzato dalle battaglie politiche, nonostante circa il 48% della popolazione italiana rimanga analfabeta.
Nel 1876 nasce a Milano il Corriere della Sera, uno dei giornali più importanti che ha scritto pagine di storia rilevanti. Con l’arrivo della prima guerra mondiale, i giornali si dividono tra fronte neutralista e interventista, due linee di pensiero diametralmente opposte che influenzano fortemente il modo di riportare le notizie. La diffusione della stampa cresce durante la guerra, ma successivamente diminuisce a causa dell’aumento dei costi di produzione bellica e della censura. Il 31 dicembre 1925, con la promulgazione delle leggi fascistissime, cessa la libertà di stampa.
Per diversi anni la censura influisce sul modo di fare informazione e il giornalismo italiano entra in un periodo buio. Sempre nello stesso anno viene istituito un ordine dei giornalisti controllato dal sindacato fascista e l’iscrizione a questo ordine diventa obbligatoria per esercitare la professione. Di contro si sviluppa la stampa della Resistenza, divisa tra Stampa Clandestina e Fogli delle Formazioni Partigiane. Nel 1944 nasce la Federazione Nazionale della Stampa Italia (FNSI), il sindacato dei giornalisti, mentre l’anno successivo nasce l’Ansa, la prima agenzia nazionale di stampa. Nel 1947 l’Ansa fonda la società Radio Stampa per trasmettere le notizie dirette ai giornali e alle agenzie.
Una svolta nella storia del giornalismo italiano arriva il 1º gennaio 1948 con l’entrata in vigore della Costituzione, che garantisce la libertà di stampa. Nel 1952 si contano 107 quotidiani in tutto il Paese, segno dell’aumento dell’istruzione grazie all’introduzione della scuola dell’obbligo. Si formano i “giornali di partito”, attraverso i quali ogni partito esprime le proprie idee.
Emergono firme importanti del giornalismo nazionale, come Sandro Pertini su Avanti! e Walter Veltroni su L’Unità. La Città del Vaticano dispone dell’Osservatorio Romano, mentre altri giornali vicini al pensiero cattolico includono Avvenire. Il Secolo d’Italia è il giornale del Movimento Sociale Destra Nazionale, mentre L’Italia Libera è un quotidiano di stampo liberale laico e repubblicano.
Nella redazione de La Voce Repubblicana figura anche Giovanni Spadolini, futuro direttore del Corriere della Sera. L’Uomo Qualunque è un movimento politico creato da Guglielmo Giannini, contrario agli altri partiti. Fino agli anni ’80, le pubblicazioni non presentano foto a causa della limitata tecnologia. Le prime fotografie sui giornali appaiono negli anni ’70 e ’80, grazie all’invenzione della lastra a mezza tinta.
Questo porta alla nascita del fotogiornalismo, con fotografi che documentano gli avvenimenti. La diffusione delle macchine fotografiche portatili rivoluziona il giornalismo negli anni ’60. Infine, l’avvento della televisione cambia completamente il modo di fare giornalismo e lo stile di vita degli italiani.
L’avvento della televisione, le notizie in diretta
Il 3 gennaio 1954 è una data storica che segna l’inizio del regolare servizio della televisione italiana, con la comparsa del primo canale sul piccolo schermo. Entro la fine del ’54, la televisione raggiunge il 58% della popolazione, e in soli tre anni questa copertura si estende al 97%. Questo nuovo mezzo di comunicazione ha la capacità di trasmettere le notizie in diretta, portando a significativi cambiamenti nell’approccio giornalistico non solo in prima pagina, ma anche all’interno dei giornali.
Si verifica un aumento della diffusione dei periodici e dei settimanali rosa, offrendo ai lettori un’opportunità di distrazione. Roma diventa il fulcro dell’industria cinematografica italiana, con Cinecittà che si trasforma nel secondo centro di produzione cinematografica più importante al mondo. La città stessa diventa una sorta di Hollywood italiana, dando vita alla famigerata “dolce vita”.
Nel 1963, l’Ordine dei Giornalisti viene istituito con la legge numero 69 del 3 febbraio, disciplinando la professione giornalistica e gestendo l’Albo dei giornalisti, con iscrizione obbligatoria per l’esercizio della professione e funzioni di vigilanza e tutela sull’operato degli iscritti.
Nel ’72 nasce Tele Biella, che trasmettendo via cavo riesce a dar vita al fenomeno delle tv libere, che si diffonde pian piano in tutta Italia. Tele Napoli è invece la prima emittente a produrre trasmissioni musicali, ospitando importanti cantanti napoletani. A Roma, nascono i primi talk show sportivi regionali, tra cui il celebre “Goal di Notte” di Michele Plastino.
Il 12 gennaio 1984, la Rai avvia la sperimentazione del Televideo, un servizio rivoluzionario con centinaia di pagine costantemente aggiornate su molteplici argomenti. L’industria si prepara così a mettere in commercio nuovi televisori equipaggiati con l’apposita funzione, rendendo la telematica di uso domestico per la prima volta, seppur in ritardo rispetto ad altri Paesi come il Regno Unito e la Germania.
Nel ’90, i due rami del Parlamento approvano la legge Mammì, che permette alle tv private di trasmettere regolarmente, a condizione di essere titolari di una testata giornalistica, dotarsi di un telegiornale regionale e avere un direttore regolarmente iscritto all’Albo dei Giornalisti. Questa legge porta alla creazione di numerosi posti di lavoro nel settore televisivo privato, ma solleva anche polemiche, soprattutto per la concentrazione dei media nelle mani di pochi.
Negli anni ’90, si verificano storici episodi di cronaca nera, terrorismo e scandali politici, tra cui tangentopoli, che portano alla scomparsa dei partiti storici e alla nascita della terza repubblica.
Il giornalismo assume un ruolo cruciale, fornendo quotidianamente notizie e indiscrezioni riguardo agli avvenimenti alla Procura di Milano. Nasce così il giornalismo investigativo, anticipando spesso le azioni delle procure.
Nel frattempo, la percezione e la narrazione degli eventi legati alla cronaca nera subiscono un cambiamento radicale negli anni ’90. Questo cambiamento è evidente con il Caso Maso del ’91, un terribile episodio di strage famigliare che solleva numerose discussioni e scuote gli animi di molti italiani.
La cronaca nera, precedentemente relegata principalmente alle pagine dedicate allo spettacolo e alla cronaca rosa, entra per la prima volta nei talk show, portando una nuova dimensione alla narrazione degli eventi e alla percezione pubblica degli stessi.
Internet, ipermedia e fake news
Il giornalismo sperimenta una rivoluzione con l’avvento di Internet: l’informazione si sgancia dalla programmazione dei telegiornali e diventa continua, aggiornata minuto dopo minuto.
I quotidiani nelle edicole subiscono un lento ma inesorabile declino, tanto che la Federazione Italiana Editori riporta una perdita di 2,4 miliardi di euro negli ultimi due decenni.
In parallelo alla diffusione di Internet, proliferano numerosi siti che spesso veicolano notizie false, note come “bufale” o “fake news“. I giornali e le emittenti televisive, composti da giornalisti professionisti, si trovano quindi a dover affrontare una doppia sfida: continuare a informare con notizie verificate e contestualmente smentire quelle false diffuse da fonti non autorevoli.
L’Unione Europea ha sviluppato un codice di autoregolamentazione sulle fake news per incoraggiare i gestori delle piattaforme web a rimuovere, su segnalazione degli utenti, i contenuti palesemente falsi o offensivi. Il giornale del futuro si preannuncia sempre più multimediale ed interattivo, in linea con i tempi, poiché il testo online è arricchito da immagini, video, file audio, consentendo al lettore di navigare le informazioni secondo un percorso personale, non più vincolato alla successione delle pagine. Il futuro dell’informazione è ipermediale, utilizzando diversi codici di comunicazione che possono essere fruibili in modo non lineare.
Nel vasto mondo del web, circolano innumerevoli notizie spesso prive di filtro, poiché chiunque può teoricamente cercare e diffondere informazioni bypassando la mediazione giornalistica. Nel corso del tempo, i giornali diventano sempre più compatti, con colori accesi e immagini predominanti. Tuttavia, si assiste anche a un fenomeno di “imbarbarimento” dell’informazione, con la prevalenza della violenza delle immagini e delle parole su approfondimenti e analisi.
Come riconoscere le fonti affidabili e difendersi dalle fake news?
In un’era in cui tutti urlano e le informazioni di qualità rischiano di essere soffocate dalla quantità schiacciante di notizie disponibili, giornalisti e utenti devono selezionare con attenzione le fonti, dando priorità a quelle autorevoli.
La velocità è diventata un elemento cruciale nel giornalismo moderno, richiedendo una combinazione di competenza e tempestività per pubblicare notizie autentiche e di qualità. Se da un lato il giornalista deve essere rapido ed efficiente nella pubblicazione delle notizie, dall’altro deve essere astuto nella selezione delle fonti, che sono sempre più numerose grazie alla pubblicazione online.
L’uso dei social network è diventato parte integrante del panorama informativo, tanto che una buona informazione ora dipende anche da una condivisione ponderata, ben pianificata e diffusa sul web. La storia del giornalismo italiano, nonostante le molte sfide e i continui cambiamenti, è destinata a continuare senza sosta verso il prossimo cambiamento rivoluzionario.
L’introduzione di nuove tecnologie continuerà inevitabilmente a modificare le abitudini future dei lettori e di conseguenza anche il modo di lavorare dei giornalisti. Il cambiamento e il futuro sono imminenti, e l’opportunità di innovare e migliorarsi va sempre colta, al fine di offrire un’informazione sempre più completa e un futuro migliore.