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Guida pratica per Diventare giornalista pubblicista in Italia

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Guida pratica per Diventare giornalista pubblicista in Italia

  • Aprile 9, 2024
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Come diventare giornalista pubblicista? Le “nuove regole”, i requisiti, percorsi e consigli

Per comprendere appieno il percorso verso la professione giornalistica, è necessario esaminare attentamente la normativa che la regola. Nel contesto del giornalismo italiano, la legge di riferimento è la n°69/1963, che istituisce l’Ordine dei giornalisti e definisce la distinzione tra pubblicisti e professionisti.

Sebbene spesso si consideri il pubblicista come una fase preliminare del professionista, le differenze tra i due ruoli sono significative. Mentre il pubblicista svolge attività giornalistica insieme ad altre professioni, il professionista si dedica esclusivamente al giornalismo.

Negli anni passati, la confusione su come diventare giornalista era diffusa, ma fortunatamente oggi i passaggi necessari sono più chiari, anche grazie alla presenza di testate giornalistiche web – o online – che offrono opportunità dirette sul campo.

L’Ordine dei Giornalisti

L’Ordine dei giornalisti, fondato nel 1963, è l’ente che regola la professione giornalistica in Italia. Gestisce un albo che permette ai giornalisti di esercitare la professione e si occupa di tutelare e vigilare sui propri membri. La struttura dell’Ordine comprende un Consiglio nazionale con 60 membri, oltre a sedi regionali con relativi presidenti, vicepresidenti, segretari e consigli.

Un Ordine regionale è composto da:

  • Assemblea
  • Consiglio
  • Presidente
  • Collegio dei conti
  • Consiglio della disciplina

Chiunque abbia una passione per questa professione può aspirare a diventare giornalista, poiché non è richiesto un titolo di studio universitario specifico, ma solo il diploma di scuola media. Su questo aspetto ci sono alcuni chiarimenti fondamentali da considerare e alcune proposte formulate appunto dall’Ordine dei Giornalisti in merito al titolo di studio per l’accesso alla professione.

Approfondimento: il nuovo Codice Deontologico 2025

Dal 1° giugno 2025, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha adottato un nuovo Codice Deontologico che ridefinisce i principi e i doveri della professione giornalistica in Italia. Un testo unico, più snello e organico, che include tra le novità l’uso regolato dell’intelligenza artificiale nel giornalismo, la valorizzazione dell’autonomia professionale, la tutela rafforzata verso categorie vulnerabili e l’obbligo permanente di formazione continua.

Questo aggiornamento rappresenta una svolta culturale e normativa che ogni aspirante pubblicista è chiamato a conoscere per comprendere il contesto professionale in cui andrà a operare.

🔗 Per approfondire: Come cambia la deontologia giornalistica: il nuovo Codice 2025 dell’Ordine dei Giornalisti

📄 Testo ufficiale completo: odg.it – Codice Deontologico delle Giornaliste e dei Giornalisti (2025)

Proposta di riforma alla Camera per l’accesso alla professione giornalistica

La principale novità della proposta di riforma per l’accesso alla professione giornalistica, presentata dall’Ordine dei Giornalisti alla Camera dei Deputati, è rappresentata dall’introduzione di un corso di laurea specifico per giornalisti. Questo costituirebbe il cuore della riforma, approvata all’unanimità dal consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e ora sottoposta all’attenzione del Parlamento.

Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, ha definito questa proposta come una rivoluzione nella modalità di accesso alla professione. Il documento presentato individua i principali punti per una revisione della legge 69 del 1963, ma spetta al Parlamento prendere decisioni di merito in merito alla sua attuazione.

Assemblea Odg Toscana 2024: @carlo_bartoli “Il giornalismo avrà futuro se sarà qualificato”

Il presidente del @ODG_CNOG è intervenuto a #Firenze su riforma dell’Ordine, Testo Unico e reato di diffamazione.

Leggi tutto 👇👇👇https://t.co/zEeQ2aU8ok pic.twitter.com/DIJUa4Ay2H

— Ordine dei Giornalisti della Toscana (@odg_toscana) March 25, 2024

Un aspetto fondamentale della proposta è l’introduzione della laurea come requisito per diventare giornalisti, sia pubblicisti che professionisti. Bartoli ha sottolineato che l’assenza di un titolo di studio poteva essere giustificata nel dopoguerra, ma oggi “non è più accettabile“. Si propone quindi l’istituzione di una laurea magistrale in giornalismo come accesso alla professione, con la possibilità di una laurea triennale seguita da corsi specialistici controllati e vigilati dall’Ordine come alternativa.

Nel caso di lauree in altri campi, il successivo ciclo biennale di specializzazione dovrebbe includere un tirocinio teorico-pratico della durata minima di 18 mesi, da svolgere in varie strutture redazionali convenzionate con le università.

L’obiettivo principale di questa proposta è quello di garantire un alto livello di qualificazione professionale per fornire un servizio informativo solido e affidabile ai cittadini. Bartoli ha anche sottolineato che elevare i requisiti minimi di accesso alla professione potrebbe portare a un miglioramento complessivo della qualità dell’informazione fornita dai vari media.

Tuttavia, l’offerta formativa attorno al giornalismo si è notevolmente migliorata grazie alla presenza di master, corsi di giornalismo intensivi e corsi di laurea triennale e magistrale, che preparano sia nella teoria che nella pratica. Ottenere tali attestati e incrementare la formazione – soprattutto pratica – rappresenta indubbiamente un vantaggio culturale e curriculare per gli aspiranti giornalisti.

Come diventare giornalista pubblicista

Per diventare giornalisti pubblicisti, è necessario svolgere un’attività giornalistica retribuita e continua per almeno 24 mesi presso una testata riconosciuta e regolarmente diretta da un iscritto all’Albo. È richiesta anche la presentazione di articoli firmati e pubblicati su tali testate, insieme alla documentazione dei compensi percepiti. Le specifiche esigenze e il numero di articoli richiesti possono variare da Ordine a Ordine. Non è richiesta la superamento di ulteriori prove, ma ci sono alcuni requisiti da soddisfare:

  • Assenza di precedenti penali.
  • Presentazione degli articoli firmati dal richiedente, pubblicati su testate riconosciute, con certificazione da parte del direttore che attesti la collaborazione continuativa di almeno 24 mesi.
  • Fotocopia del contratto di collaborazione firmato con la testata con cui si è collaborato.
  • Documentazione dei compensi ricevuti durante i 24 mesi di attività giornalistica continuativa.

Come diventare giornalista professionista

Per diventare giornalisti professionisti, è necessario prima essere assunti come praticanti presso una testata giornalistica riconosciuta. Dopo 18 mesi di praticantato, si deve frequentare un corso di formazione organizzato dall’Ordine e successivamente superare l’Esame di Stato per diventare giornalisti professionisti.

Esistono anche scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine, che offrono master biennali di primo livello. Questi corsi sono aperti a laureati di ogni ambito, anche se una laurea umanistica può fornire una migliore preparazione.

Infine, è possibile per un giornalista pubblicista diventare professionista, completando il proprio percorso e richiedendo l’iscrizione all’Albo dei giornalisti professionisti. Questo processo richiede la documentazione dell’attività svolta e dei compensi percepiti, oltre al completamento di ulteriori requisiti stabiliti dall’Ordine di appartenenza.

Scuole di giornalismo: costi e dove trovarle

Per chi aspira a diventare giornalisti professionisti, un’alternativa ai 18 mesi di praticantato è rappresentata dalle scuole di giornalismo. Questi non sono tradizionali corsi di laurea triennale o magistrale, bensì master specifici che consentono di ottenere l’idoneità per sostenere l’Esame di Stato. È fondamentale che tali corsi siano riconosciuti dall’Ordine dei Giornalisti. Tuttavia, i candidati devono possedere almeno una laurea triennale, anche in ambito scientifico, anche se una laurea umanistica può fornire una migliore base di conoscenze.

I corsi hanno una durata biennale e le scuole di giornalismo prevedono un numero chiuso di posti disponibili. Attualmente, se ne contano ben 12:

  • Master biennale di I livello in Giornalismo (Università di Bari);
  • Master biennale di I livello in Giornalismo (Alma Mater Studiorum Università di Bologna);
  • Master biennale di I livello in Giornalismo a Stampa, Radiotelevisivo e Multimediale (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano);
  • Master biennale di I livello in Giornalismo (Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano);
  • Master biennale di I livello in giornalismo dell’Università degli Studi di Milano / IFG – (Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano);
  • Master biennale di I livello in Giornalismo (Università Suor Orsola Benincasa di Napoli);
  • Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo (Perugia);
  • Master biennale di I livello in Giornalismo (Libera Università SS. Assunta LUMSA di Roma);
  • Scuola Superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” (Università LUISS Guido Carli di Roma);
  • Master di I livello denominato “Scuola di Giornalismo Post Laurea” (Università di Salerno);
  • Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” (Università di Torino);
  • Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino.

Frequentare un corso presso una scuola di giornalismo riconosciuta dall’Ordine dei Giornalisti ha un costo approssimativo di 10.000 – 15.000 euro per i due anni obbligatori di frequenza. Una volta completati tali corsi, l’unico ostacolo rimanente per intraprendere la professione è l’Esame di Stato.

D’altra parte, il costo di un corso di laurea tradizionale dipende principalmente dalle tasse universitarie e, eventualmente, dalle spese per l’alloggio nel caso si scelga di studiare lontano da casa. Tuttavia, in generale, le tasse universitarie per un corso di laurea classico non superano solitamente i 1500 euro all’anno.

Giornalismo Sportivo e sua evoluzione

Il giornalismo sportivo rappresenta un settore distintivo e specifico all’interno del panorama giornalistico.

Con l’espansione continua del calcio attraverso vari mezzi di comunicazione, dall’ambito radiofonico e televisivo fino al mondo del web, la domanda di aspiranti giornalisti sportivi è aumentata progressivamente. Tuttavia, nonostante la crescente popolarità dello sport nei media, il mercato dei giornalisti sportivi non può essere considerato saturo.

Ci sono comunque diverse sfide da affrontare per coloro che aspirano a una carriera in questo settore, simili a quelle riscontrate in altre tipologie di giornalismo.

Il giornalista sportivo o aspirante tale, dovrà essere disponibile 24 ore su 24, pronto a viaggiare, a scrivere anche durante la notte e costantemente impegnato nella ricerca delle notizie. Questa dedizione non fa eccezione nel mondo dello sport, soprattutto considerando l’importanza economica del calcio in Italia e nel mondo e la sua rilevanza a livello aziendale.

Tuttavia, perché affrontare questo argomento qui? La ragione è semplice.

Nel corso del tempo, i giornalisti sportivi sono stati talvolta considerati come professionisti di “seconda categoria”, con compiti meno impegnativi rispetto ai colleghi che operano in altri settori. Tuttavia, l’attuale panorama mediatico offre ai professionisti dello sport molteplici opportunità e il mercato richiede figure poliedriche: non solo cronisti, ma anche scrittori, intervistatori e videomaker.

Questi aspetti sono comuni anche ai giornalisti generalisti, ma nel caso del giornalismo sportivo, hanno un valore aggiunto non trascurabile: il mondo del web.

Le testate giornalistiche, sia a livello locale che nazionale, dedite allo sport godono di una notorietà e di un seguito paragonabili a quelle politiche ed economiche. Di conseguenza, i giornalisti sportivi sono oggi considerati su un piede di parità con i colleghi che si occupano di altri settori. Internet ha contribuito a livellare il campo informativo, e lo sport, con il calcio in prima linea, non fa eccezione.

Come diventare giornalista sportivo (e distinguersi dalla massa)

Considerando quanto detto in precedenza, il percorso per diventare giornalisti sportivi segue un modello simile a quello generico che porta alla qualifica di pubblicista o professionista. È importante prendere in considerazione che al momento di sostenere l’Esame di Stato, è consigliabile scegliere una traccia legata al mondo dello sport. Inoltre, è altamente raccomandato iniziare questo percorso formativo sin dalla giovane età.

Prima di decidere se frequentare una delle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine dei giornalisti, può essere estremamente formativo svolgere un periodo di almeno 24 mesi di collaborazione per ottenere il tesserino da pubblicista. Questa esperienza è particolarmente vantaggiosa nel giornalismo sportivo, considerando la molteplicità di testate e la varietà degli argomenti trattati.

Ci sono testate nazionali, così come quelle dedicate a specifiche squadre, dove è possibile inviare la propria candidatura anche in giovane età per poter fare esperienza senza trascurare lo studio, basilare per professionalizzare questo “futuro mestiere” sempre più complesso e concorrenziale.

Il nostro consiglio appassionato è quello di concentrarsi sull’approfondimento di una disciplina sportiva specifica, acquisendo una conoscenza dettagliata dei numeri, delle statistiche e dei fatti riguardanti tale sport. Esercitarsi in questo contesto il più possibile è fondamentale.

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Una volta ottenuto il tesserino da giornalista pubblicista con un bagaglio più che modesto, sarà più facile distinguersi per le competenze acquisite e farsi notare. È importante partecipare attivamente a eventi, convegni, conferenze, trasmissioni radio e televisive, e fare networking con altri professionisti del settore.

Questo tipo di coinvolgimento contribuirà a costruire una reputazione solida e a creare opportunità per avanzare nella carriera giornalistica sportiva.

Da giornalista pubblicista a professionista

Un giornalista pubblicista può, in effetti, avanzare nel proprio percorso professionale per diventare un giornalista professionista a tempo pieno. Non è insolito che un giornalista pubblicista lavori a tempo pieno, dedicando alla professione lo stesso impegno e ricevendo lo stesso tipo di compensi di un giornalista professionista.

Formalmente, la distinzione tra pubblicista e professionista può risultare sottile, ma il primo può completare il proprio iter per richiedere l’iscrizione all’Albo dei giornalisti. Come consigliato dall’Ordine dei giornalisti, è fondamentale, prima di tutto, verificare se l’attività svolta soddisfa i requisiti previsti dall’articolo 36 del CNLG – Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico.

In caso affermativo, si può procedere con la richiesta di iscrizione al registro dei praticanti presso l’Ordine regionale competente. È di vitale importanza allegare una dichiarazione dell’editore della testata per cui si lavora, che attesti l’effettivo svolgimento esclusivo dell’attività professionale.

Da questo momento, inizia il conteggio dei canonici 18 mesi, al termine dei quali è possibile richiedere di sostenere l’Esame di Stato. Durante questo periodo, è necessario frequentare i corsi riconosciuti dall’Ordine dei giornalisti, che sono disponibili anche online. Successivamente, è importante attestare all’Ordine della propria Regione di residenza il completamento di tale ciclo formativo.

Diventare pubblicista: costi, articoli richiesti e compensi regione per regione

Prima di avviare la procedura di iscrizione come giornalista pubblicista, è sempre consigliabile consultare il sito ufficiale dell’Ordine dei Giornalisti della propria regione di residenza. Ogni Consiglio regionale può adottare criteri specifici in merito al numero di articoli richiesti, alla documentazione da allegare e alle modalità di calcolo della retribuzione minima. Verificare direttamente con l’Ordine competente consente di avere informazioni aggiornate, evitare errori nella domanda e assicurarsi che il percorso rispetti pienamente i requisiti formali previsti.

Abruzzo

Chi desidera iscriversi all’albo dei pubblicisti in Abruzzo dovrà affrontare un costo totale di circa 300 euro. Questo comprende la marca da bollo, la tassa di concessione governativa e i diritti di segreteria. Il numero minimo di articoli richiesti varia in base alla testata: 60 per i quotidiani e le agenzie di stampa, 40 per i settimanali e 20 per i periodici. La retribuzione complessiva nel biennio non deve essere inferiore a 1.500 euro, da dimostrare con ricevute o modelli riepilogativi.

Basilicata

In Basilicata la spesa complessiva per l’iscrizione supera i 360 euro. Il candidato dovrà documentare almeno 30 articoli all’anno. Per quanto riguarda il compenso, viene considerata congrua una retribuzione pari ad almeno il 10% di quanto indicato dal Tariffario nazionale in vigore negli anni di riferimento.

Calabria

In Calabria non sono indicati costi precisi per la procedura. I candidati devono dimostrare almeno 70 articoli se collaborano con testate quotidiane, mentre per i periodici il numero minimo è 24. La soglia retributiva richiesta è di 3.000 euro per i quotidiani e 1.000 per i periodici.

Campania

Il totale delle spese per diventare pubblicista in Campania si attesta intorno ai 360 euro. Sono richiesti almeno 70 articoli firmati, con una percentuale massima del 20% di articoli siglati o anonimi. La retribuzione minima complessiva è di 1.000 euro, attestata da ricevute fiscali.

Emilia-Romagna

Il costo complessivo è di circa 337 euro. Il numero di articoli richiesti cambia a seconda della periodicità della testata: 60 per i quotidiani, 40 per settimanali e 30 per pubblicazioni più rare. I candidati devono dimostrare di aver percepito almeno 1.000 euro in due anni.

Friuli-Venezia Giulia

In questa regione si superano i 380 euro tra quota annuale, iscrizione, tesserino e tassa governativa. Sono richiesti almeno 50 articoli per i quotidiani, 30 per i settimanali e 20 per i mensili. La retribuzione viene valutata caso per caso dal Consiglio.

Lazio

Nel Lazio il costo totale è di circa 500 euro. Sono richiesti 80 articoli in due anni, di cui almeno 65 firmati e 15 siglati o con pseudonimo. Il compenso deve ammontare ad almeno 2.500 euro, dimostrato con documentazione contabile.

Liguria

In Liguria il costo per l’iscrizione supera i 380 euro. Il numero di articoli richiesto varia tra i 60 e i 70 per i quotidiani, 48 per i settimanali e 24 per i mensili. Il compenso minimo è pari ad almeno il 10% del Tariffario nazionale.

Lombardia

Chi presenta domanda in Lombardia dovrà sostenere una spesa complessiva di circa 282 euro. Sono richiesti 65 articoli per quotidiani e settimanali, 40 per i mensili. Il compenso minimo è fissato in 1.000 euro.

Marche

Nelle Marche si arriva a circa 397 euro di costi. Gli articoli richiesti nel biennio sono almeno 70, comunque non meno di 50, e quelli non firmati devono rappresentare una parte limitata. Il compenso minimo richiesto è pari a 750 euro.

Molise

Nel Molise la spesa complessiva è di circa 467 euro. Il numero minimo di articoli va da 70 per i quotidiani a 20 per i mensili. Il compenso richiesto è pari ad almeno 1.000 euro netti in due anni, suddivisi in almeno due tranche annuali.

Piemonte

In Piemonte il totale dei costi si aggira sui 242 euro. Il numero di articoli richiesto è di almeno 70 per i quotidiani, 60 per le testate settimanali e 20 per le mensili. Il compenso minimo accettato è di 1.250 euro, tassati con ritenuta d’acconto.

Puglia

In Puglia la spesa complessiva è di circa 372 euro. Sono richiesti 60 articoli retribuiti nel biennio. Il compenso deve essere almeno pari al 10% del Tariffario nazionale dell’Ordine.

Sardegna

In Sardegna il costo si aggira sui 282 euro. Occorrono almeno 40 articoli retribuiti, documentati con ricevute e copia dei testi. Il compenso richiesto è di 300 euro in almeno quattro soluzioni semestrali.

Sicilia

In Sicilia le spese ammontano a circa 582 euro. I candidati devono dimostrare la pubblicazione di almeno 90 articoli sui quotidiani o 60 sui periodici. I compensi devono raggiungere almeno 1.000 euro in due anni, dimostrati tramite F24 annuali.

Toscana

Il costo complessivo è di 506 euro. I compensi devono essere pari ad almeno il 25% di quanto previsto dal Tariffario per singolo servizio o complessivamente almeno 1.033 euro (locali) o 1.549 euro (nazionali).

Trentino-Alto Adige

In Trentino-Alto Adige la spesa è di circa 292 euro. Sono richiesti 50 articoli per i quotidiani e 25 per i periodici. Non è indicata una soglia retributiva minima.

Umbria

In Umbria il costo è di 262 euro. Occorrono 80 articoli per quotidiani, 70 per settimanali, 60 per quindicinali e 30 per mensili. Il compenso minimo è di 900 euro, con divieto di cumulo per periodi superiori a quattro mesi.

Valle d’Aosta

In Valle d’Aosta la spesa complessiva è di circa 392 euro. Sono richiesti almeno 40 articoli pubblicati in due anni. Il compenso non deve essere inferiore alle soglie previste per l’iscrizione e per i contributi INPGI.

Veneto

Nel Veneto il costo complessivo è di 464 euro. Servono almeno 60 articoli per i quotidiani, 40 per settimanali e 24 per pubblicazioni a bassa frequenza. Il compenso minimo è di 1.000 euro e deve essere corrisposto in più soluzioni, non in un’unica tranche a fine biennio.

Le nuove regole dal Consiglio Nazionale dell’ODG

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, riunito nella seduta del 30 gennaio 2024, ha stabilito le seguenti linee guida per ottenere l’iscrizione all’Albo dei giornalisti nell’Elenco pubblicisti:

  1. Esperienza giornalistica: È necessario dimostrare di aver svolto collaborazioni giornalistiche non occasionali e regolarmente retribuite con quotidiani, periodici, emittenti radiotelevisive o siti online nel biennio precedente la presentazione della domanda. Sono escluse le pubblicazioni a carattere tecnico, professionale o scientifico e quelle dirette da persone iscritte nell’Elenco Speciale.
  2. Conoscenza della deontologia e della normativa giornalistica: È richiesto un adeguato livello di conoscenza riguardante gli elementi fondanti della deontologia professionale e del quadro legislativo che regola la professione giornalistica. Potrebbe essere richiesto un colloquio al riguardo.
  3. Documentazione richiesta:
  • Presentazione di giornali, fotocopie o dispositivi di archiviazione contenenti articoli e servizi giornalistici. Il numero minimo di articoli richiesto varia a seconda della periodicità della pubblicazione.
  • Dichiarazione del direttore responsabile della pubblicazione attestante l’effettiva collaborazione e retribuzione.
  • Ricevute o fatture periodiche relative agli emolumenti percepiti per l’attività giornalistica svolta nel biennio precedente, non inferiori a 1000 euro lordi annui. La tracciabilità dei compensi è fondamentale, e devono essere allegati i documenti fiscali pertinenti.
  1. Comunicazione dell’inizio dell’attività giornalistica: L’aspirante pubblicista può comunicare all’Ordine regionale di riferimento l’inizio dell’attività giornalistica propedeutica all’iscrizione, senza alcun onere economico.
  2. Corso online gratuito: È disponibile un corso online gratuito per pubblicisti, attraverso il quale è possibile apprendere le norme deontologiche, legislative e i lineamenti tecnici e storici del giornalismo.

In questo nuovo inizio 2024 quindi, si sta lavorando per armonizzare le regolamentazioni richieste dagli ordini regionali al fine di stabilire norme uniformi per tutti coloro che intendono avvicinarsi alla professione di giornalista. Questo sforzo mira a evitare confusione e garantire chiarezza nel processo di iscrizione all’Albo dei giornalisti nell’Elenco pubblicisti, anche se le novità non sono ancora state ufficialmente approvate.

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Storia del giornalismo italiano e suo sviluppo nel corso del tempo

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