Come diventare giornalista pubblicista? Le “nuove regole”, i requisiti, percorsi e consigli
Per comprendere appieno il percorso verso la professione giornalistica, è necessario esaminare attentamente la normativa che la regola. Nel contesto del giornalismo italiano, la legge di riferimento è la n°69/1963, che istituisce l’Ordine dei giornalisti e definisce la distinzione tra pubblicisti e professionisti.
Sebbene spesso si consideri il pubblicista come una fase preliminare del professionista, le differenze tra i due ruoli sono significative. Mentre il pubblicista svolge attività giornalistica insieme ad altre professioni, il professionista si dedica esclusivamente al giornalismo.
Negli anni passati, la confusione su come diventare giornalista era diffusa, ma fortunatamente oggi i passaggi necessari sono più chiari, anche grazie alla presenza di testate giornalistiche web – o online – che offrono opportunità dirette sul campo.
L’Ordine dei Giornalisti
L’Ordine dei giornalisti, fondato nel 1963, è l’ente che regola la professione giornalistica in Italia. Gestisce un albo che permette ai giornalisti di esercitare la professione e si occupa di tutelare e vigilare sui propri membri. La struttura dell’Ordine comprende un Consiglio nazionale con 60 membri, oltre a sedi regionali con relativi presidenti, vicepresidenti, segretari e consigli.
Un Ordine regionale è composto da:
- Assemblea
- Consiglio
- Presidente
- Collegio dei conti
- Consiglio della disciplina
Chiunque abbia una passione per questa professione può aspirare a diventare giornalista, poiché non è richiesto un titolo di studio universitario specifico, ma solo il diploma di scuola media. Su questo aspetto ci sono alcuni chiarimenti fondamentali da considerare e alcune proposte formulate appunto dall’Ordine dei Giornalisti in merito al titolo di studio per l’accesso alla professione.
Proposta di riforma alla Camera per l’accesso alla professione giornalistica
La principale novità della proposta di riforma per l’accesso alla professione giornalistica, presentata dall’Ordine dei Giornalisti alla Camera dei Deputati, è rappresentata dall’introduzione di un corso di laurea specifico per giornalisti. Questo costituirebbe il cuore della riforma, approvata all’unanimità dal consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e ora sottoposta all’attenzione del Parlamento.
Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, ha definito questa proposta come una rivoluzione nella modalità di accesso alla professione. Il documento presentato individua i principali punti per una revisione della legge 69 del 1963, ma spetta al Parlamento prendere decisioni di merito in merito alla sua attuazione.
Un aspetto fondamentale della proposta è l’introduzione della laurea come requisito per diventare giornalisti, sia pubblicisti che professionisti. Bartoli ha sottolineato che l’assenza di un titolo di studio poteva essere giustificata nel dopoguerra, ma oggi “non è più accettabile“. Si propone quindi l’istituzione di una laurea magistrale in giornalismo come accesso alla professione, con la possibilità di una laurea triennale seguita da corsi specialistici controllati e vigilati dall’Ordine come alternativa.
Nel caso di lauree in altri campi, il successivo ciclo biennale di specializzazione dovrebbe includere un tirocinio teorico-pratico della durata minima di 18 mesi, da svolgere in varie strutture redazionali convenzionate con le università.
L’obiettivo principale di questa proposta è quello di garantire un alto livello di qualificazione professionale per fornire un servizio informativo solido e affidabile ai cittadini. Bartoli ha anche sottolineato che elevare i requisiti minimi di accesso alla professione potrebbe portare a un miglioramento complessivo della qualità dell’informazione fornita dai vari media.
Tuttavia, l’offerta formativa attorno al giornalismo si è notevolmente migliorata grazie alla presenza di master, corsi di giornalismo intensivi e corsi di laurea triennale e magistrale, che preparano sia nella teoria che nella pratica. Ottenere tali attestati e incrementare la formazione – soprattutto pratica – rappresenta indubbiamente un vantaggio culturale e curriculare per gli aspiranti giornalisti.
Come diventare giornalista pubblicista
Per diventare giornalisti pubblicisti, è necessario svolgere un’attività giornalistica retribuita e continua per almeno 24 mesi presso una testata riconosciuta e regolarmente diretta da un iscritto all’Albo. È richiesta anche la presentazione di articoli firmati e pubblicati su tali testate, insieme alla documentazione dei compensi percepiti. Le specifiche esigenze e il numero di articoli richiesti possono variare da Ordine a Ordine. Non è richiesta la superamento di ulteriori prove, ma ci sono alcuni requisiti da soddisfare:
- Assenza di precedenti penali.
- Presentazione degli articoli firmati dal richiedente, pubblicati su testate riconosciute, con certificazione da parte del direttore che attesti la collaborazione continuativa di almeno 24 mesi.
- Fotocopia del contratto di collaborazione firmato con la testata con cui si è collaborato.
- Documentazione dei compensi ricevuti durante i 24 mesi di attività giornalistica continuativa.
Come diventare giornalista professionista
Per diventare giornalisti professionisti, è necessario prima essere assunti come praticanti presso una testata giornalistica riconosciuta. Dopo 18 mesi di praticantato, si deve frequentare un corso di formazione organizzato dall’Ordine e successivamente superare l’Esame di Stato per diventare giornalisti professionisti.
Esistono anche scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine, che offrono master biennali di primo livello. Questi corsi sono aperti a laureati di ogni ambito, anche se una laurea umanistica può fornire una migliore preparazione.
Infine, è possibile per un giornalista pubblicista diventare professionista, completando il proprio percorso e richiedendo l’iscrizione all’Albo dei giornalisti professionisti. Questo processo richiede la documentazione dell’attività svolta e dei compensi percepiti, oltre al completamento di ulteriori requisiti stabiliti dall’Ordine di appartenenza.
Scuole di giornalismo: costi e dove trovarle
Per chi aspira a diventare giornalisti professionisti, un’alternativa ai 18 mesi di praticantato è rappresentata dalle scuole di giornalismo. Questi non sono tradizionali corsi di laurea triennale o magistrale, bensì master specifici che consentono di ottenere l’idoneità per sostenere l’Esame di Stato. È fondamentale che tali corsi siano riconosciuti dall’Ordine dei Giornalisti. Tuttavia, i candidati devono possedere almeno una laurea triennale, anche in ambito scientifico, anche se una laurea umanistica può fornire una migliore base di conoscenze.
I corsi hanno una durata biennale e le scuole di giornalismo prevedono un numero chiuso di posti disponibili. Attualmente, se ne contano ben 12:
- Master biennale di I livello in Giornalismo (Università di Bari);
- Master biennale di I livello in Giornalismo (Alma Mater Studiorum Università di Bologna);
- Master biennale di I livello in Giornalismo a Stampa, Radiotelevisivo e Multimediale (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano);
- Master biennale di I livello in Giornalismo (Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano);
- Master biennale di I livello in giornalismo dell’Università degli Studi di Milano / IFG – (Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano);
- Master biennale di I livello in Giornalismo (Università Suor Orsola Benincasa di Napoli);
- Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo (Perugia);
- Master biennale di I livello in Giornalismo (Libera Università SS. Assunta LUMSA di Roma);
- Scuola Superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” (Università LUISS Guido Carli di Roma);
- Master di I livello denominato “Scuola di Giornalismo Post Laurea” (Università di Salerno);
- Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” (Università di Torino);
- Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino.
Frequentare un corso presso una scuola di giornalismo riconosciuta dall’Ordine dei Giornalisti ha un costo approssimativo di 10.000 – 15.000 euro per i due anni obbligatori di frequenza. Una volta completati tali corsi, l’unico ostacolo rimanente per intraprendere la professione è l’Esame di Stato.
D’altra parte, il costo di un corso di laurea tradizionale dipende principalmente dalle tasse universitarie e, eventualmente, dalle spese per l’alloggio nel caso si scelga di studiare lontano da casa. Tuttavia, in generale, le tasse universitarie per un corso di laurea classico non superano solitamente i 1500 euro all’anno.
Giornalismo Sportivo e sua evoluzione
Il giornalismo sportivo rappresenta un settore distintivo e specifico all’interno del panorama giornalistico.
Con l’espansione continua del calcio attraverso vari mezzi di comunicazione, dall’ambito radiofonico e televisivo fino al mondo del web, la domanda di aspiranti giornalisti sportivi è aumentata progressivamente. Tuttavia, nonostante la crescente popolarità dello sport nei media, il mercato dei giornalisti sportivi non può essere considerato saturo.
Ci sono comunque diverse sfide da affrontare per coloro che aspirano a una carriera in questo settore, simili a quelle riscontrate in altre tipologie di giornalismo.
Il giornalista sportivo o aspirante tale, dovrà essere disponibile 24 ore su 24, pronto a viaggiare, a scrivere anche durante la notte e costantemente impegnato nella ricerca delle notizie. Questa dedizione non fa eccezione nel mondo dello sport, soprattutto considerando l’importanza economica del calcio in Italia e nel mondo e la sua rilevanza a livello aziendale.
Tuttavia, perché affrontare questo argomento qui? La ragione è semplice.
Nel corso del tempo, i giornalisti sportivi sono stati talvolta considerati come professionisti di “seconda categoria”, con compiti meno impegnativi rispetto ai colleghi che operano in altri settori. Tuttavia, l’attuale panorama mediatico offre ai professionisti dello sport molteplici opportunità e il mercato richiede figure poliedriche: non solo cronisti, ma anche scrittori, intervistatori e videomaker.
Questi aspetti sono comuni anche ai giornalisti generalisti, ma nel caso del giornalismo sportivo, hanno un valore aggiunto non trascurabile: il mondo del web.
Le testate giornalistiche, sia a livello locale che nazionale, dedite allo sport godono di una notorietà e di un seguito paragonabili a quelle politiche ed economiche. Di conseguenza, i giornalisti sportivi sono oggi considerati su un piede di parità con i colleghi che si occupano di altri settori. Internet ha contribuito a livellare il campo informativo, e lo sport, con il calcio in prima linea, non fa eccezione.
Come diventare giornalista sportivo (e distinguersi dalla massa)
Considerando quanto detto in precedenza, il percorso per diventare giornalisti sportivi segue un modello simile a quello generico che porta alla qualifica di pubblicista o professionista. È importante prendere in considerazione che al momento di sostenere l’Esame di Stato, è consigliabile scegliere una traccia legata al mondo dello sport. Inoltre, è altamente raccomandato iniziare questo percorso formativo sin dalla giovane età.
Prima di decidere se frequentare una delle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine dei giornalisti, può essere estremamente formativo svolgere un periodo di almeno 24 mesi di collaborazione per ottenere il tesserino da pubblicista. Questa esperienza è particolarmente vantaggiosa nel giornalismo sportivo, considerando la molteplicità di testate e la varietà degli argomenti trattati.
Ci sono testate nazionali, così come quelle dedicate a specifiche squadre, dove è possibile inviare la propria candidatura anche in giovane età per poter fare esperienza senza trascurare lo studio, basilare per professionalizzare questo “futuro mestiere” sempre più complesso e concorrenziale.
Il nostro consiglio appassionato è quello di concentrarsi sull’approfondimento di una disciplina sportiva specifica, acquisendo una conoscenza dettagliata dei numeri, delle statistiche e dei fatti riguardanti tale sport. Esercitarsi in questo contesto il più possibile è fondamentale.
Una volta ottenuto il tesserino da giornalista pubblicista con un bagaglio più che modesto, sarà più facile distinguersi per le competenze acquisite e farsi notare. È importante partecipare attivamente a eventi, convegni, conferenze, trasmissioni radio e televisive, e fare networking con altri professionisti del settore.
Questo tipo di coinvolgimento contribuirà a costruire una reputazione solida e a creare opportunità per avanzare nella carriera giornalistica sportiva.
Da giornalista pubblicista a professionista
Un giornalista pubblicista può, in effetti, avanzare nel proprio percorso professionale per diventare un giornalista professionista a tempo pieno. Non è insolito che un giornalista pubblicista lavori a tempo pieno, dedicando alla professione lo stesso impegno e ricevendo lo stesso tipo di compensi di un giornalista professionista.
Formalmente, la distinzione tra pubblicista e professionista può risultare sottile, ma il primo può completare il proprio iter per richiedere l’iscrizione all’Albo dei giornalisti. Come consigliato dall’Ordine dei giornalisti, è fondamentale, prima di tutto, verificare se l’attività svolta soddisfa i requisiti previsti dall’articolo 36 del CNLG – Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico.
In caso affermativo, si può procedere con la richiesta di iscrizione al registro dei praticanti presso l’Ordine regionale competente. È di vitale importanza allegare una dichiarazione dell’editore della testata per cui si lavora, che attesti l’effettivo svolgimento esclusivo dell’attività professionale.
Da questo momento, inizia il conteggio dei canonici 18 mesi, al termine dei quali è possibile richiedere di sostenere l’Esame di Stato. Durante questo periodo, è necessario frequentare i corsi riconosciuti dall’Ordine dei giornalisti, che sono disponibili anche online. Successivamente, è importante attestare all’Ordine della propria Regione di residenza il completamento di tale ciclo formativo.
Diventare giornalisti pubblicisti: costi, articoli richiesti e retribuzione minima per ogni regione italiana
Ecco le informazioni relative alla regione Abruzzo per diventare pubblicisti:
- Costi: I costi per diventare pubblicista nella regione Abruzzo ammontano a 300,62 euro, inclusi una carta da bollo da 14,62 euro, una tassa di concessione governativa da 168 euro e 118 euro per diritti di segreteria.
- Articoli richiesti: Per i giornali quotidiani, le agenzie di stampa e i giornali telematici quotidiani è richiesto un minimo di 60 articoli. Per i settimanali, il requisito è di 40 articoli, mentre per i periodici è di 20 articoli.
- Retribuzione minima nel biennio: La retribuzione minima nel biennio per i pubblicisti in Abruzzo è di 1.500 euro, che devono essere attestati con un modello riepilogativo di fine anno o tramite ricevute (almeno 3-4 per ciascun anno).
Ecco le informazioni relative alla regione Basilicata per diventare pubblicisti:
- Costi: Per diventare pubblicista nella regione Basilicata, è necessario affrontare un costo totale di 362,62 euro. Questo include 80 euro per diritti di segreteria, 100 euro per la quota annuale di iscrizione, 168 euro di tassa di concessione governativa e 14,62 euro per la marca da bollo.
- Articoli richiesti: La regione Basilicata richiede un totale di 30 articoli per ogni anno del biennio documentato.
- Retribuzione minima nel biennio: Il Consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti riterrà congrua una retribuzione che non sia inferiore al 10% di quanto stabilito dal Tariffario del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti relativo all’anno di pubblicazione degli articoli presentati.
Ecco le informazioni relative alla regione Calabria per diventare pubblicisti:
- Costi: Attualmente non sono disponibili informazioni sui costi specifici per diventare pubblicista nella regione Calabria.
- Articoli richiesti: Per i giornali quotidiani, le agenzie di stampa e i giornali telematici quotidiani sono richiesti almeno 70 articoli. Per i periodici, il numero minimo è di 24 articoli.
- Retribuzione minima nel biennio: Per i quotidiani, la retribuzione minima nel biennio è di 3.000 euro. Per i periodici, è di 1.000 euro.
Ecco le informazioni relative alla regione Campania per diventare pubblicisti:
- Costi: Il costo complessivo per diventare pubblicista nella regione Campania è di 362,62 euro. Questo include una marca da bollo da 14,62 euro, 35 euro al momento della presentazione dell’istanza, 168 euro dopo l’ammissione dell’istanza, 55 euro da versare all’Ordine una tantum, e una quota annuale di 90 euro.
- Articoli richiesti: Sono richiesti almeno 70 articoli firmati o siglati, che non devono superare il 20% del totale.
- Retribuzione minima nel biennio: La retribuzione minima nel biennio è di 1.000 euro, che deve essere attestata con copia delle ricevute (ritenute d’acconto) di tutti i compensi giornalistici percepiti.
Ecco le informazioni relative alla regione Emilia-Romagna per diventare pubblicisti:
- Costi: Il costo totale per diventare pubblicista nella regione Emilia-Romagna è di 337,62 euro. Questo include una marca da bollo da 14,62 euro, un versamento di 80 euro per i diritti di segreteria per la domanda d’esame, 75 euro per i diritti di segreteria per l’iscrizione, e una tassa di concessione governativa di 168 euro.
- Articoli richiesti: Sono richiesti 60 articoli nell’arco del biennio per chi collabora con quotidiani, 40 per settimanali e quindicinali, e 30 per periodicità inferiori. Gli articoli non firmati o in fotocopia necessitano di una ulteriore dichiarazione del direttore responsabile che ne confermi l’effettiva redazione.
- Retribuzione minima nel biennio: La retribuzione minima nel biennio è di 1.000 euro. Per documentare la retribuzione percepita possono essere allegati: il sostituto d’imposta o il CUD rilasciati annualmente per la denuncia dei redditi, e la copia delle singole ricevute a saldo rilasciate dal committente nelle quali sia indicato il periodo cui si riferiscono, l’imponibile e la relativa ritenuta d’acconto effettuata.
Ecco le informazioni relative alla regione Friuli-Venezia Giulia per diventare pubblicisti:
- Costi: Il costo totale per diventare pubblicista nella regione Friuli-Venezia Giulia è di 387 euro. Questo include 90 euro per la quota annuale all’Albo, 103,50 euro per i diritti di nuova iscrizione, 25,50 euro per la tessera professionale, e 168 euro per la tassa di concessione governativa.
- Articoli richiesti: Sono richiesti non meno di 50 articoli per i quotidiani (in ragione di due al mese circa), 30 per i settimanali, e 20 per i mensili.
- Retribuzione minima nel biennio: La retribuzione minima nel biennio viene valutata di volta in volta dal Consiglio.
Ecco le informazioni relative alla regione Lazio per diventare pubblicisti:
- Costi: Il costo totale per diventare pubblicista nella regione Lazio è di 500,62 euro. Questo include una marca da bollo da 14,62 euro, 200 euro di tassa d’iscrizione, 168 euro di tassa per concessioni governative, e una quota annuale di 100 euro più 18 euro all’atto dell’iscrizione.
- Articoli richiesti: Sono richiesti 80 articoli, di cui 65 a propria firma e 15 tra articoli siglati e con pseudonimo.
- Retribuzione minima nel biennio: La retribuzione minima nel biennio è di 2500 euro, da attestare con ricevute o fatture periodiche, al massimo quadrimestrali.
Ecco le informazioni relative alla regione Liguria per diventare pubblicisti:
- Costi: Il costo totale per diventare pubblicista nella regione Liguria è di 387,62 euro. Questo include una marca da bollo da 14,62 euro, 80 euro per diritti di segreteria, 100 euro di quota iniziale dopo l’accettazione della domanda, 25 euro per il tesserino, e 168 euro di tassa per concessione governativa.
- Articoli richiesti: Sono richiesti da 60 a 70 articoli per i quotidiani, 48 per i settimanali, e 24 per i mensili.
- Retribuzione minima nel biennio: La retribuzione minima nel biennio non deve essere inferiore al 10 per cento di quanto previsto dal Tariffario nazionale relativamente all’anno di pubblicazione e al numero di articoli presentati. Questo deve essere attestato con documentazione nominativa e legalmente valida.
Ecco le informazioni relative alla regione Lombardia per diventare pubblicisti:
- Costi: Il costo totale per diventare pubblicista nella regione Lombardia è di 282,62 euro. Questo include una marca da bollo da 14,62 euro, 100 euro per la tassa di ammissione, e 168 euro per la tassa di concessione governativa dopo l’accettazione della domanda.
- Articoli richiesti: Sono richiesti 65 articoli per quotidiani e settimanali, e 40 per mensili.
- Retribuzione minima nel biennio: La retribuzione minima nel biennio è di 1.000 euro. Questo deve essere dimostrato con copia delle ricevute dei compensi percepiti nell’ultimo biennio.
Ecco le informazioni relative alla regione Marche per diventare pubblicisti:
- Costi: Il costo totale per diventare pubblicista nella regione Marche è di 397,62 euro. Questo include 110 euro per diritti di segreteria, 105 euro per la quota annuale d’iscrizione, 168 euro per la tassa di concessione governativa, e una marca da bollo da 14,62 euro.
- Articoli richiesti: Sono richiesti circa 70 articoli nel biennio, comunque non meno di 50. Gli articoli siglati o non firmati devono essere meno della metà di questi.
- Retribuzione minima nel biennio: La retribuzione minima nel biennio è di 750 euro. Questo deve essere dimostrato con copia delle ricevute dei compensi percepiti nell’ultimo biennio.
Ecco le informazioni relative alla regione Molise per diventare pubblicisti:
- Costi: Il costo totale per diventare pubblicista nella regione Molise è di 467,62 euro. Questo include la carta da bollo da 14,62 euro, un versamento di 160 euro per diritti di segreteria (che non verranno restituiti in caso di rigetto della domanda), e 168 euro per le tasse di concessione governativa. All’atto dell’iscrizione, dovrà essere versata anche la quota annuale pari a 100 euro, più 25 euro aggiuntivi.
- Articoli richiesti: Sono richiesti 70 articoli per i quotidiani; 50 per i settimanali, bi e trisettimanali; 40 per i quindicinali; e 20 per i mensili ed altre periodicità.
- Retribuzione minima nel biennio: La retribuzione minima nel biennio è di 1.000 euro netti. Questo deve essere attestato con documentazione che comprovi l’erogazione di compensi per almeno 500 euro annui netti.
Ecco i dettagli per diventare pubblicisti in Piemonte:
Costi:
- Carta da bollo: 14,62 euro
- Diritti di segreteria: 60 euro
- Tasse di concessione governativa: 168 euro
Articoli richiesti:
- Quotidiani: almeno 70 articoli negli ultimi 24 mesi
- Pubblicazioni settimanali, bi o trisettimanali: almeno 60 articoli negli ultimi 24 mesi
- Pubblicazioni quindicinali: almeno 40 articoli negli ultimi 24 mesi
- Pubblicazioni mensili o con altre periodicità: almeno 20 articoli negli ultimi 24 mesi
- Per gli articoli non firmati, firmati con pseudonimo o siglati, occorre una controfirma del direttore responsabile
Retribuzione minima nel biennio:
- 1.250 euro, da attestare con copia delle ricevute dei compensi percepiti negli ultimi ventiquattro mesi
- Obbligatorio dimostrare che i compensi sono stati assoggettati a ritenuta d’acconto.
Ecco i dettagli per diventare pubblicista in Puglia:
Costi:
- Carta da bollo: 14,62 euro
- Tassa per concessioni governative: 168 euro
- Diritti di segreteria: 190 euro (saranno restituiti nel caso di mancato accoglimento della domanda di iscrizione)
Articoli richiesti:
- 60 articoli nel biennio
Retribuzione minima nel biennio:
- La retribuzione deve essere non inferiore al 10 per cento di quanto previsto dal Tariffario nazionale relativamente all’anno di pubblicazione e al numero di articoli presentato
- Deve essere attestata con documentazione nominativa e legalmente valida.
Ecco i dettagli per diventare pubblicista in Sardegna:
Costi:
- Diritti di segreteria: 100 euro
- Tassa di concessione governativa: 168 euro
- Marca da bollo: 14,62 euro
Articoli richiesti:
- Non meno di 40 articoli regolarmente retribuiti, con annessa documentazione contabile e copia degli articoli stessi, pubblicati nell’arco di due anni.
Retribuzione minima nel biennio:
- 300 euro corrisposti in non meno di quattro soluzioni semestrali.
Ecco i dettagli per diventare pubblicista in Sicilia:
Costi:
- Marca da bollo: 14,62 euro
- Spese di istruzione pratica: 400 euro, di cui 266 a fondo perduto e 134 restituibili in caso di reiezione della domanda
- Tassa di concessione governativa: 168 euro
Articoli richiesti:
- Almeno 90 articoli scritti e pubblicati nell’arco dell’ultimo biennio, se pubblicati su quotidiani, e di 60 su periodici. Nel concetto di “articolo” non rientra la notizia in breve. Gli articoli non firmati non dovranno superare comunque il 20% del totale (18 su 90 e 12 su 60).
Retribuzione minima nel biennio:
- 1000 euro, da attestare con modelli F24 rilasciati al massimo per ogni anno di attività e non cumulativi.
Ecco i dettagli per diventare pubblicista in Toscana, Trentino-Alto Adige e Umbria:
Toscana:
- Costi: 506,24 euro
- Articoli richiesti: Devono essere presentate almeno due ricevute dei compensi per ciascun anno.
- Retribuzione minima nel biennio: È considerato sufficiente un compenso per ogni singolo servizio non inferiore al 25% di quello previsto dal Tariffario dell’Ordine, oppure una retribuzione complessiva del biennio di almeno 1033 euro per i quotidiani a diffusione locale e di 1549 euro per quelli a diffusione nazionale, e di almeno 671 euro per i periodici a diffusione locale e di 1033 euro per quelli a diffusione nazionale.
Trentino-Alto Adige:
- Costi: 292,62 euro
- Articoli richiesti: 50 per i quotidiani, 25 per i periodici
- Retribuzione minima nel biennio: Non disponibile
Umbria:
- Costi: 262,62 euro
- Articoli richiesti: Almeno 80 articoli per collaborazione ai quotidiani, almeno 70 per periodici settimanali, 60 per periodici quindicinali e 30 per mensili.
- Retribuzione minima nel biennio: 900 euro. Non sono ammessi pagamenti che cumulino periodi superiori a quattro mesi.
Ecco i dettagli per diventare pubblicista in Valle d’Aosta e Veneto:
Valle d’Aosta:
- Costi: 392,62 euro
- Articoli richiesti: Devono essere presentati almeno 40 articoli, da attestare con un modello riepilogativo di fine anno o con ricevute e quietanza di ritenuta d’acconto (non meno di 3 o 4 per ciascun anno).
- Retribuzione minima nel biennio: I compensi percepiti non possono essere inferiori all’ammontare delle quote minime previste dalla legge, inclusa l’iscrizione all’Ordine e i contributi minimi dovuti all’Inpgi Gestione Separata.
Veneto:
- Costi: 464,43 euro
- Articoli richiesti: Devono essere presentati almeno 60 articoli nell’arco del biennio per chi collabora con quotidiani, 40 per settimanali e quindicinali, 24 per periodicità inferiori.
- Retribuzione minima nel biennio: 1.000 euro. Non è considerato valido il pagamento corrisposto in unica soluzione o al termine del biennio.
Le nuove regole dal Consiglio Nazionale dell’ODG
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, riunito nella seduta del 30 gennaio 2024, ha stabilito le seguenti linee guida per ottenere l’iscrizione all’Albo dei giornalisti nell’Elenco pubblicisti:
- Esperienza giornalistica: È necessario dimostrare di aver svolto collaborazioni giornalistiche non occasionali e regolarmente retribuite con quotidiani, periodici, emittenti radiotelevisive o siti online nel biennio precedente la presentazione della domanda. Sono escluse le pubblicazioni a carattere tecnico, professionale o scientifico e quelle dirette da persone iscritte nell’Elenco Speciale.
- Conoscenza della deontologia e della normativa giornalistica: È richiesto un adeguato livello di conoscenza riguardante gli elementi fondanti della deontologia professionale e del quadro legislativo che regola la professione giornalistica. Potrebbe essere richiesto un colloquio al riguardo.
- Documentazione richiesta:
- Presentazione di giornali, fotocopie o dispositivi di archiviazione contenenti articoli e servizi giornalistici. Il numero minimo di articoli richiesto varia a seconda della periodicità della pubblicazione.
- Dichiarazione del direttore responsabile della pubblicazione attestante l’effettiva collaborazione e retribuzione.
- Ricevute o fatture periodiche relative agli emolumenti percepiti per l’attività giornalistica svolta nel biennio precedente, non inferiori a 1000 euro lordi annui. La tracciabilità dei compensi è fondamentale, e devono essere allegati i documenti fiscali pertinenti.
- Comunicazione dell’inizio dell’attività giornalistica: L’aspirante pubblicista può comunicare all’Ordine regionale di riferimento l’inizio dell’attività giornalistica propedeutica all’iscrizione, senza alcun onere economico.
- Corso online gratuito: È disponibile un corso online gratuito per pubblicisti, attraverso il quale è possibile apprendere le norme deontologiche, legislative e i lineamenti tecnici e storici del giornalismo.
In questo nuovo inizio 2024 quindi, si sta lavorando per armonizzare le regolamentazioni richieste dagli ordini regionali al fine di stabilire norme uniformi per tutti coloro che intendono avvicinarsi alla professione di giornalista. Questo sforzo mira a evitare confusione e garantire chiarezza nel processo di iscrizione all’Albo dei giornalisti nell’Elenco pubblicisti, anche se le novità non sono ancora state ufficialmente approvate.